Riporto un link da kriminalkreben
http://kriminalkreb.blogspot.it/2016/07/le-mie-case-1936-19469.html
sabato 23 luglio 2016
4 commenti:
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Tuo padre tornato dalla Russia? Che fortuna! Chissà quanto ti avrà raccontato su quel periodo tremendo. Io avevo uno zio, mai conosciuto, che si era appena sposato con la sorella di mia madre, poi era partito per la Russia e non è mai più tornato! Me ne hanno parlato tanto che quasi mi pareva di vederlo, mentre arrancava in mezzo alla neve e pian piano si stava congelando...
RispondiEliminaIn quanto alla casa e alla stanza tutta tua, penso anch'io che i primi luoghi che abbiamo amato da ragazzini siano rimasti nei nostri ricordi come qualcosa di magico. Anch'io penso sempre alla casa dei miei nonni, custode di un tiro a a segno demaniale, alle alte stanze, alla misteriosa cantina sotterranea, ai campi di grano che si estendevano intorno...ah che meraviglia! Quella casa è rimasta nei miei sogni.
per mio padre la storia è complessa e magari possiamo partire da un nonno di buona famiglia (per l'epoca fine 1800)"anarchico" fuggito a Trieste e poi tre figli (Giordano Bruno Hugo), ritorno in Italia (Imola) nel 1915 e poi ri-ritorno a Trieste lasciando il Bruno da una sorella, levatrice, con marito benestante (bancario etc). Bruno cresce giovane fascista, buon uomo addetto ai giovanissimi e che finalmente convince mia madre, si sposano (la luna andava crescendo) e così entra nella MVSN (una specie di polizia molto blanda)per mantenere moglie e figlio. I suoi colleghi andati in Spagna volontari (con Franco) fanno carriera e mio padre decide di fare il volontario per la Russia. Gli va bene (posto comando, fa il cuoco-era bravo per la cucina rustica non sofisticata, io sono suo allievo- poi c'è la ritirata, a piedi dall'Ucraina e riesce ad arrivare a Bologna e poi etc. Seguirà il suo Duce fino alla fine, non per caso io mi chiamo Benito. Quanto ai campi, la mia non è solo una immagine, sempre impagabile, ma era la filosofia di vita sottesa specie nella Romagna che era passata dalla mezzadria (dovevi lavorare sodo per poter "fregare" il padrone nelle divisioni annuali, a differenza del bracciantato)alla proprietà diretta. E in quegli anni era ancora non troppo tecnologica e i miei 5 zii andavano d'accordo e io trovavo spazi e atmosfere che la città non poteva darmi. Ho scelto la strada del link, e sarebbe bello che ognuno di noi partecipanti facesse lo stesso, così da non dover andare a casa di ognuno, in fondo chi ricorda Splinder era qualcosa di simile. Un grazie e un saluto anche a casa tua.
RispondiEliminaIn effetti ho pensato anch'io al fatto del link.Io non riesco già a scrivere sul mio blog, figuriamoci su due! Però, se la cosa non dispiacesse, si potrebbe appunto linkare il post del proprio blog, in modo da farlo leggere anche qui. Non so se, però, questo blog sia nato con questo intento, oppure si preferisca che i post vengano scritti espressamente per questo blog. Dovremo indagare!
RispondiEliminadalle prime "indagini" pare una delle tante "mostre" (non mi ricordo il termine tecnico usato)e non ne varrebbe la pena. Eppure rimango della mia idea, visti/e anche gli stili, le esperienze di vita, trovare il menù già pronto secondo me invita al fare anche perché molti di noi non hanno più la fregola del mitra a raffica contro chi ci può disturbare. Buon Agosto, con quel che segue (mamma mia già finita l'estate?).
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