e una CANZONE da OSTERIA
lunedì 13 giugno 2016
da un TEMPO LONTANO
e una CANZONE da OSTERIA
4 commenti:
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Passano gli anni e i ricordi diventano sempre più importanti, sia perchè ci portano alla mente gli anni della gioventù, sia perchè ci rammentano fatti e persone che non esistono più. Anche la musica fa la sua parte: una melodia ascoltata per caso ha il potere di proiettarci nel passato e farci rivivere emozioni che credevamo dimenticate.
RispondiEliminaNon sono mai stata a Trieste, ma ne ho sentito parlare molto sui blog e credo sia proprio una città bellissima.
Un po' diversa rispetto al modo italiota, anche se io conosco più il mondo operaio. Con la moglie madre in posizione dominante a mantenere in riga l'aspetto economico e il marito, lavoratore e unica entrata, che spesso passava le ore all'osteria (non era il caso di mio padre). Noi eravamo emigrati dalla Romagna (la storia è lunga, parte dalla Romagna a fine 1800, mio nonno va a Trieste e poi va e vieni). Quello che mi colpiva la nessuna differenza di "casta" al liceo dove ovviamente arrivavano i figli dei ceti più abbienti. Ceti però legati ad attività economiche comunque privatistiche (grandi assicurazioni, import export, trasporto marittimo, etc) Naturalmente parlo degli anni 1950/60. Poi vado a Bologna a finire l'Università e ridivento romagnolo. Molto bello il rapporto maschio-femmina anche già nell'adolescenza, molto diretto e paritario. E in questo aiutava molto Barcola e il suo mare, riferimento anche nei mesi freddi, a chiacchierare, prendere il sole, giocare a carte etc... Sono di parte, ovviamente. Saluti.
RispondiEliminaInutile dire che non conoscevo nè canzone , nè autore :)
RispondiEliminaSai che non sono mai stata a Trieste?
peccato, in anni più giovane per me ti ci avrei accompagnato volentieri. Anche perché magari non è più la stessa città vista
RispondiEliminacon gli occhi adolescenti, quegli occhi che sono riapparsi ieri su FB
(grazie a un recupero di FB del 2013 o 2014.
Un saluto (non dimenticare che mia nonna faceva KLOPCIC e ha tirato su tre figli nonostante mio nonno perso nell'anarchia e nel vino, fino al brindisi all'acido fenico nel 1926).