ERA FEBBRAIO 1945. ANZI era il 2 giugno 1946...
Siamo nel 1945 nei fatti ci sono due ITALIA, quella al di là della LINEA GOTICA dove si stava cercando di avviare una ITALIA DEMOCRATICA, e quella dove vivevo io e molti altri dalla Linea Gotica verso Nord, ancora in attesa che l'occupazione tedesca finisse. E così non avevo ricordi di prima mano se non perché proprio oggi per caso leggevo una notizia: il giorno 31 gennaio 1945 veniva decretato il suffragio elettorale femminile, con effetto a partire dal 1 febbraio 1945.
Il 30 gennaio 1945 nella riunione del consiglio dei ministri, come ultimo argomento, si discuteva del voto alle donne. La questione fu esaminata con poca attenzione ma la maggioranza dei partiti (a esclusione di liberali, azionisti e repubblicani) si dimostrò favorevole all'estensione. Il 31 gennaio 1945 venne emanato il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 che conferiva il diritto di voto alle italiane che avessero almeno 21 anni. Le uniche donne ad essere escluse erano citate nell'articolo 354 del regolamento per l'esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza: si trattava delle prostitute schedate che lavoravano al di fuori delle case dove era loro concesso di esercitare la professione
Interessante notare che non erano d'accordo LIBERALI, AZIONISTI, REPUBBLICANI. In pratica i partiti che rappresentavano meglio la classe dirigente erano tutti contrari e cioè CONTRO erano la CULTURA UFFICIALE, quella delle Università, delle Accademie, i GRANDI GIORNALI e poi i potentati dell' ECONOMIA, della BUROCRAZIA. Persino Mussolini, sollecitato da D'Annunzio, aveva sollecitato un diritto al voto femminile limitato alle elezioni amministrative (poi non se ne fece niente perché preferì i Podestà ai Sindaci).
Concretamente la prima volta che le donne poterono esercitare questo diritto fu in occasione del Referendum, e quindi per la scelta fra Repubblica e Monarchia. Chissà se fosse per in qualche modo orientare il risultato anche del Referendum prossimo venturo. Certo l'assenso pubblico di Pio XII al voto femminile partiva dal presupposto di un migliore controllo rispetto a quello del PCI e degli altri CATTIVONI.
Che sia stata avvertita come una grande conquista ne ho avuto una piccola dimostrazione da un quaderno a righe, stile elementari, ritrovato anni dopo fra le cose di mia madre con sopra incollati pezzi di volantino relativi a tutto questo e poi alle elezioni successive. Io all'epoca ero prima in collegio e poi in Seminario fino alla fine delle medie inferiori.
La foto d'apertura è uno specchio dell'epoca, specie se si pensa che viene da un paesino del padovano e non è casuale questo muoversi in gruppo alla faccia dei vecchi facendosi coraggio l'un l'altra.
I LINK persi nella notte di INTERNET
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RispondiEliminasperando che sia il link giusto
RispondiEliminahttps://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2013/09/01/storia-ditalia-per-immagini-1945-1946/#jp-carousel-21383
Grande Ben che ci sprona a far onore alla conquista del DOVERE !!!
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GRAZIE!
Ben, ancora una volta ti distingui per intelligenza ed originalità :)
RispondiEliminaDa un lato porti all'attenzione un dato che credo sia semisconosciuto alle italiane di oggi, stordite, forse dalle mimose e dai baci perugina... dall'altro porgi un omaggio alle stesse donne, con eleganza e stile.
Le donne della società in cui viviamo danno per scontate alcune cose, hanno dimenticato per per ogni gradino conquistato verso la parità, c'è voluto impegno, sacrificio a volte anche la vita.
Grazie per il bell'articolo :)
Mi resta difficile commentare, poiché qui siamo oltre l'artificio della parola scritta, che non può far altro che rimandare, nel migliore dei casi evocare. Qui siamo nella storia di tante compagne e compagni che l'hanno fatta e ai quali noi non possiamo che dire grazie.
RispondiEliminaRoberto
Vi ringrazio, anche se credo che il mio unico merito, e assolutamente casuale, è quello di essere nato e vissuto in momenti significativi della nostra storia italiana e in luoghi e situazioni, anche loro, casualmente uniche. Forse ha inciso anche di essere sempre stato al confine di opposte visioni e poi, lasciatemelo dire, le letture casuali, l'incontro con tante storie diverse (compreso gli amici di Splinder) sono stati impulsi fondamentali e, infine, e non ridete :), c'è l'importanza di chiamarmi BENITO... Questo nome accontentava il mai conosciuto nonno paterno, anarchico e suicida, e un padre figlio dell'allora "nuova" Italia di MUSSOLINI.
RispondiEliminacredo che le donne abbiano rappresentato, spesso, una fuga in avanti positiva rispetto ai diritti universali. è piuttosto probabile che se non si fosse stato il voto delle donne nel referendum monarchia-repubblica il risultato sarebbe stato per la conservazione. per questo dico che non è un problema di quote rosa o celesti, ma una questione di consapevolezza.
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