Mio padre, classe 1919, è sempre stato contrario al fatto di mettere
al mondo dei figli. Diceva che si trattava di egoismo, che la vita è dura, che
prima o poi si è costretti a soffrire, e che lui non voleva essere responsabile
dell’infelicità dei propri figli. Ah, mia madre ci aveva messo del bello e del
buono a convincerlo, dopo ben sette anni di matrimonio e mi raccontava sempre
che, se non fossi stata concepita al primo tentativo, non sarei mai nata, perché
mio padre era già tornato della sua idea. Di fatto, lui non è mai stato in grado di
sopportare il pianto di un bambino e scappava ogni volta lontano per non
sentire nulla. Quelle volte in cui mi sono ammalata, poche per fortuna, si era
ammalato anche lui, per la grande impressione che provava.
Col tempo, nei momenti bui, confesso di aver pensato spesso
che, se non fossi mai nata, mi sarei risparmiata questa o quella sofferenza e,
soprattutto, non sarei stata costretta a vedere la sofferenza nelle persone che
amavo e che amo.
Ora, proprio in questi giorni, si parla molto delle coppie
gay e della possibilità di sposarsi e di avere dei figli. Sarebbe una
bellissima cosa se potessero legalizzare la loro posizione, poter ereditare dal
compagno/a in caso di morte, ottenere la reversibilità. Sono d’accordo su
questo. Sul fatto di adottare dei figli, ho qualche perplessità, perché non so
se la società, o almeno una parte della società, sia pronta ad accettare una situazione del
genere. Si parla di amore, del fatto che un ragazzo che vive in un istituto
sarebbe sicuramente felice se fosse adottato da persone che lo amano e fanno di
tutto per renderlo felice, si discute di morale, di psicologia, di leggi … ma
qualcuno avrà mai pensato di chiedere agli interessati un’opinione in merito?
Io ho chiesto a mio figlio come pensa si sarebbe sentito se
avesse avuto due madri o due padri. Mi ha risposto che i suoi compagni di
scuola, delle medie e del liceo, l’avrebbero sicuramente massacrato. Ricorda le
prese in giro di certi compagni per il semplice fatto che parlavano il dialetto
in casa, o perché erano grassi, o timidi, o avevano i brufoli. Se mai avessero
avuto due genitori dello stesso sesso, sarebbero diventati lo zimbello da
mortificare ogni giorno, il bersaglio preferito di sberleffi e battutine. Mio
figlio, al solo pensiero, rabbrividiva.
Magari per i figli dei vip, dei politici, delle persone
ricche, che frequentano un ambiente altolocato ed acculturato sarà diverso, ma
per i ragazzini e gli adolescenti che frequentano la scuola pubblica la vita
potrebbe veramente non essere facile. Anche il rapporto con l’altro sesso
potrebbe portare a dubbi, sospetti e fraintendimenti, con notevoli sofferenze
psicologiche. Insomma, io sono favorevole a che le coppie omosessuali possano
avere gli stessi diritti di quelle eterosessuali, ma se mi trovassi al loro
posto rifletterei un attimino prima di soddisfare il mio desiderio di maternità.
Come diceva mio padre: “Un figlio non chiede di venire al mondo, pensa bene al mondo
in cui lo farai crescere “
KATHE, o era Katherine, per avere concionato per quasi 40 anni in 2/3 classi per anno molto dipende dal docente che "conta" di più e dal carattere di chi è l'obiettivo quasi automatico. Però il problema c'è, specie nelle zone più marginali dove i "marginali" sono molti e tendono a esercitare un bullismo di gruppo. Onestamente il primo sono io a dubitare che quelli che pochi anni fa folleggiavano in costumi, linguaggi e atteggiamenti siano all'altezza delle responsabilità che chiedono di assumere. Poi ragiono su altri e altre che conosco e che hanno pregi molto maggiori dei miei (individuo fin troppo "normale" ma non proprio responsabile) e allora cerco di essere OTTIMISTA...
RispondiEliminaCome ho scritto, non mi preoccupo tanto della coppia omosessuale e della sua capacità di amare o di allevare al meglio un figlio, ma del contesto in cui verrà a crescere questo bambino: compagni di scuola, genitori dei compagni di scuola, amici, fidanzatini...Mi chiedo se saranno pronti ad accettare un bambino, un ragazzo, con una situazione diversa dalla loro. Secondo mio figlio sarebbe sicuramente preso di mira dai soliti bulli e da persone piene di pregiudizi e sappiamo come possano essere crudeli i ragazzi. Insomma, non vorrei mai che mio figlio dovesse soffrire per una decisione che non dipende da lui ed un tipo di famiglia che non si è cercato.
EliminaMi ritrovo moltissimo in tuo padre Katherine. Fortuna ha voluto che mia moglie la pensasse come me: niente figli.
RispondiEliminaIn teoria, io sono favorevole alle unioni civili e alle adozioni, ma non so come reagirei in un contesto come tu lo descrivi e che, indubbiamente, c'è. Forse per l'Italia ci vorranno ancora un paio di generazioni.
Beh, sicuramente su un punto mio padre aveva ragione: la vita non risparmia difficoltà e sofferenze a nessuno e chi non ha figli non si sentirà mai responsabile dell'infelicità di un essere umano la cui esistenza è stata voluta da lui. Allevare un figlio al meglio vuole anche dire insegnargli a volare con le proprie ali e non ci si può aspettare che rimanga attaccato alle gonne della mamma a tenerle compagnia, né pretendere che segua la strada che vorremmo per lui. Ma se io dovessi vedere che mio figlio soffre per una situazione che ho creato io, sarei veramente disperata. Allo stesso modo non sono molto d'accordo al fatto di avere figli in tarda età. Sono condannati ad un probabile futuro di badanti, o di giovani orfani, e anche questo non è positivo per loro.
Eliminaultimamente mi sto trovando ad affrontare una mole immane di commenti sulla questione stepchild adoption. già il fatto di chiamare in inglisc una questione che dovrebbe avere invece una chiarezza e trasparenza accessibile a tutti non la trovo corretta. dobbiamo, io credo, sbarazzarci delle esterofilie, ma non per una questione autarchica lessicale, ma per non impoverire la nostra. A parte questo. Non mi sento di dirne una definitiva su queste questioni importanti, almeno per chi c'è di mezzo. Per ora sto leggendo e mi sto interessando delle varie opinioni, alcune a dir poco aberranti. però vale sempre (sempre?!) la massima di Voltaire sul rispetto delle opinioni altrui.
RispondiEliminasaludos
"Io ho chiesto a mio figlio come pensa si sarebbe sentito se avesse avuto due madri o due padri. Mi ha risposto che i suoi compagni di scuola, delle medie e del liceo, l’avrebbero sicuramente massacrato. Ricorda le prese in giro di certi compagni per il semplice fatto che parlavano il dialetto in casa, o perché erano grassi, o timidi, o avevano i brufoli." In questa risposta si trova allo stesso tempo il problema e la soluzione. Il problema è che viviamo in una società fortemente individualista, gregaria e qualunquista dove il comportamento di uno che ha "carisma" viene visto positivamente e viene coltivato e incentivato anche se esecrabile. La soluzione sta nel cercare di cambiare questo stato di cose, ognuno nel suo piccolo... [img]http://www.freesmileys.org/smileys/smiley-basic/smile.gif[/img]
RispondiEliminaavete detto molto, e tutto a proposito. Pesavo, tra le varie, a chi nasce casualmente e vorrebbe restituire la grazia ricevuta, senza alcuna sicurezza di poterla garantire. Non tanto senso di impotenza quanto di "occulta paura" di creare possibile dolore.. e quindi sempre all'inizio si ritorna, con il rispetto dovuto, e anche per ogni possibile senso contrario.
RispondiEliminaNon si vuole e si ottiene, si vorrebbe e non sempre si ottiene... purtroppo le cose semplici non sono mai facili, e mi si perdoni l'antitesi. Raymond