mercoledì 30 marzo 2016

Un amore

“È impossibile, e tu sei impossibile” sibilò in un sussurro, più a se stessa che all’uomo che la stava osservando con un’espressione tra il riprovevole e  l’indifferente.
Indossò il suo vestito, abbandonato la sera precedente  sulla  sedia, prese la sua borsa ed uscì. L’aria fresca del mattino le arrivò come una sferzata in pieno viso, ricordandole  che su quella sedia,in quella stanza da letto ove si era consumata la rottura con il suo passato, aveva lasciato la sua anima.

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Questo è il gioco dell'incipit. Ognuno di noi, senza alcuna scadenza imposta, pubblica l'inizio di un racconto, ricordandosi di allegare l'etichetta "gioco incipit". I commentatori  dovranno continuare il racconto come meglio piace loro. 
Il "senso" del gioco  consiste  nel mettersi alla prova ognuno attraverso la propria inventiva e fantasia e, allo stesso tempo, rappresenta una occasione  per "comunicare" , per  stare insieme, per "fare gruppo" . In corso d'opera, e se arriveranno migliorie, si potrà cambiare impostazione del gioco, ovviamente.

5 commenti:

  1. Già quel passato così lontano e pur, in quel momento, così presente, anche dopo quasi vent'anni...

    Era stato tutto come per caso, si erano incontrati proprio nell'androne delle segreterie delle facoltà, all'epoca canonica delle iscrizioni. E lei aveva proprio l'aspetto della matricola con dentro i terrori dei racconti sulle cattiverie degli anziani e la presunzione di non farsi riconoscere. Ma c'era ben altro che la tormentava, la scelta della facoltà, quella canonica e coerente al liceo frequentato (come diceva suo padre) o il colpo innovatore come suggerivano i desideri, i rimorsi e le malinconie di sua madre?

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  2. Ben presto questi tormenti lasciarono spazio ad altri, diversi ma, al tempo stesso, meno sopportabili. L'idea di non poter superare tutti gli esami previsti per tenere la stanza alla casa dello studente le impedivano di fare vita "da studente", senza la stanza probabilmente non avrebbe potuto frequentare le lezioni, la sua era una famiglia monoreddito, non per scelta. Partecipare alle uscite notturne con i colleghi ed amici, fino alle prime luci dell'alba per lei era impensabile. La coscienza glielo impediva categoricamente. Con questa nuova relazione manteneva ugualmente i suoi ritmi e i suoi tempi che, già da subito, stava imponendo al suo Lui. Più gioviale, socievole, impegnato politicamente, magari calato anche lui nel responsabile perseguimento della meta, la laurea. Poi, chissà, avrebbero proseguito insieme il resto della loro vita, magari sugellando la loro unione, non prima, però, di aver trovato uno stabile posto di lavoro. Tutto questo agli inizi del loro rapporto. Il seguito, si presentò ben diverso dalle aspettative di entrambi.

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  3. Ottime continuazioni :)
    Vediamo come va il gioco, e se continuarlo o meno. A volte sembra bellissimo nell'idea, ma poi, praticamente , non rende.
    Ah, io per dargli un tocco di "letteratura" gli ho dato il titolo di un romanzo di Dino Buzzati :) anche la ricerca del titolo potrebbe far parte del gioco :D

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  4. Un tributo a Gianmaria Testa :(

    [video]https://youtu.be/fOu1vENjRIE[/video]

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  5. Ma andiamo con metodo, intanto un copione che si rispetti in qualche modo deve fissare, se non un luogo, almeno un tempo. La "storia" era cominciata alle soglie degli anni '70 del secolo scorso, la ragazzina arrivava all' Università dopo aver vissuto il calore delle occupazioni e degli scioperi studenteschi. Ogni tanto le veniva da ridere ripensando al folle cambiamento nel passare dal ginnasio al liceo, dalle sottane discrete sopra ai calzettoni, la messa domenicale con i genitori, alla minigonna con sotto la calzamaglia (per non perdere i regalini della nonna) e la tentazione di eliminarla, quella calzamaglia, per il gusto di vedere le reazioni dei maschietti nei pomeriggi avanzati dell'ultimo anno del liceo.

    Così audaci e supermaschi a parole fra di loro e così imbranati, a pubblico scomparso, nelle ultime ore del pomeriggio occupante dell'ultimo anno del liceo. E poi le chiacchiere fra loro femmine a sottolineare persino le occhiate e i gusti repressi dei più giovani dei loro prof. C'erano un po' di quelli con l'incarico triennale che non sempre riuscivano a stare seri e compassati mentre passavano per il grande corridoio al momento del riposo grande delle 11 e qualcosa cercando di non guardare là dove loro femmine se ne stavano sedute per terra con la schiena contro il muro e le ginocchia stabilizzatrici...

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