mi appare oggi la collina
del passato dove tutto insegna
e troppo rimane dentro
Piccoli pezzi di puzzle per
ricomporre quella finestra
su di una vita da dimenticare
ferita indelebile dell’anima
Occhi lucidi che osservano
la desolata disperazione
niente sembra voler più nascere
in quel arida terra
Scende pioggia di lacrime amare
si apre il sipario inizia lo spettacolo
spettatore di un presente
che non ti appartiene
Protagonista di un passato che come
un vestito cucito addosso
non si vuol più staccare
e intanto
il dolore ascolta la voce del vento
e stanco tace
Sarebbe fin troppo facile dire: riscuotiti, volta pagina, lascia andare il passato. Sarebbe sin troppo facile e sicuramente poco empatico. Chi si vive un presente troppo impregnato di passato è come se fosse legato con catene invisibili, difficilissimi da tagliare, lo sa bene colui/colei che attraversa lo stesso doloroso deserto.
RispondiEliminaEppure si deve trovare la forza, dentro di sé, per guardare al futuro con più entusiasmo; si deve trovare, se non ci si vuol condannare a sopravvivere, invece che vivere
Condivido, non perché il passato sia da ignorare, anzi, ma son come le fondamenta di un edificio che è bene non sfruculiare troppo ad evitare che il tutto ceda. Prestiamo l'orecchio se ci sono scricchiolii evidenti ma andiamo avanti, al massimo crolla!
EliminaIl passato è dentro di noi, è da lì che veniamo. Il passato spesso fa male, ma con il lume della ragione bisogna prendere atto che ormai non potrà più cambiare, possiamo solo ricordarlo per i suoi momenti indimenticabili e per gli insegnamenti che ci ha dato. Il futuro è ancora uno sconosciuto, ma il presente è tutto da vivere e costruire, per andare verso il nostro destino senza essere troppo impreparati.
RispondiEliminabella. mi hai fatto ricordare la collina sopra casa mia, dove andavo a giocare da ragazzino coi miei coetanei, ci si divertiva con poco. Oggi è "Immensa distesa di sterpaglie"
RispondiEliminaNasce proprio così questa poesia, osservando la collinetta, dove da piccolina giocavo con i miei genitori, e poi in seguito con i miei amichetti. Purtroppo i miei genitori sono venuti a mancare molto presto e di conseguenza i miei luoghi di primissima infanzia sono rimasti colori sbiaditi. Poi tornandoci dopo tantissimi anni nasce un momento di profondissima malinconia
RispondiEliminaComunque i ricordi a volte strappano l’anima e spesso capita che ci rimangono “cuciti addosso” , ma le parole di Katherine sono sagge e un grande insegnamento.
Noi a volte ci rendiamo conto che il passato è presente come il futuro, nelle proposizioni e neri richiami, nei rilascio della mente che conducono al profondo nostro esercizio che sviluppa la foggia del panorama, ne riprende forma, compone il puzzle e allora fa nulla se si perde un piccolo pezzettino, basta sapere dove andava ... a "chiudere" anche la malinconia in un insieme.. in un territorio meno doloroso .. e più traspirante .. non una vera e propria barriere...
RispondiEliminaGrazie * (i ns. panorami sono vicini e similari)
Simo Ray
Versi sui quali riflettere... c'è un evidente prendere le distanze, una sorta di esonero dalla vita che indicano una via, che l'orologio molle di Dalì indica molto bene.
RispondiEliminaRoberto