giovedì 25 febbraio 2016

sequel 2.0

Ma torniamo in laboratorio per un fatto intanto, la classe, il gruppo, noi insomma, eravamo misti e a fianco di io me c'era una LEI, esile fanciulla di media statura e costituzione e con una vocetta sottilmente roca che riusciva ad essere penetrante quando chiamava a soccorso con un ...NITOOO che era tutto un programma e al quale era impossibile sottrarsi. Però una soluzione c'era per un imbranato diciottenne privo di esperienze sugli interscambi e che delle femmine aveva (e in parte ha pressoché sempre avuto) un desiderio, un tremore e un timore veramente inarrivabili. Ho da sempre adorato la mia giovanissima zia Carolina (di soli 13 anni più vecchia e tanto più mite e scherzosa di mia madre), son stato sempre molto pronto a trattenermi in difesa con le mie cugine campestri e triestine (e le loro amiche) con qualche anno più di me e pronte a provocarmi con allusioni e prese in giro dall'alto della loro esperienza... In compenso mi  consolavo con l'adorazione delle mie due cuginette più giovani (e campestri) verso il cugino di città (e che città, da Imola a Trieste) e studente universitario rispetto a loro non ancora al biennio superiore. Ma quel NITOOO era un incubo anche perché mi toccava risistemare bevute, distillatori, rialloccare il becco bunsen a gas, preparare i filtri a pieghe e solo recentemente mi è venuto da pensare che forse...
 
Ma va, io appena possibile passavo in sala "veleni a gas", già perché allora non sì andava tanto in sicurezza, la polverina incognita veniva solubilizzata in vari ambienti acidi e poi gli si faceva passare una corrente di ACIDO SOLFIDRICO (quel gas puzzolente che sa di uova marce e velenosissimo), in questo modo si separavano i solfuri di molti metalli a seconda del grado di acidità per poi riconoscerli con il loro nome e cognome. Oggi non è più così, si fanno prove standardizzate e...vai, hai la risposta, solo che così son bravi tutti tanto che nelle linee di produzione c'è un braccetto che prende il campione lo passa nella linea specifica e la stampante ti dice il COSA e il QUANTO. Noi però imparavamo e accettavamo capitoli di conoscenze sulla materia che restavano dentro sempre pronti a voler essere ricapiti e ricordati.
 
Dimenticavo, anche a Trieste bisognava pagar dazio agli ANZIANI secondo una tradizione che capii meglio solo da più "anziano", dopo il trasferimento all' ALMA MATER BONONIENSIS, lì si ridusse a un miserabile pranzetto (io pagante più i tre a sbafo) dal costo di 8 mila lire, che io pagai in otto mesi con la paghetta settimanale grazie al buon cuore dell'oste...
 
Ma basta, ormai si cominciava a parlar d'esami, passata la Pasqua giugno stava già arrivando e c'erano matematica e fisica, soprattutto. A fisica c'era quel "pazzo" di Poiani, si raccontava che un mattino l'avessero trovato in mutande, aveva messo un lungo e robusto elastico in corridoio (lungo lungo), lo tendeva tutto poi lo lasciava andare e poi lui andava dietro di corsa a misurare tempo e percorso. Certamente una leggenda, ma non era leggenda lo scritto da superare, anche se si diceva che ai chimici bastava un 8/30 per andare all'orale. Ma di FISICA toccherà di riparlarne.
 
Poi c'era matematica, un sogno, una ragazzina morettina simpatica e ben tornita, timidissima e chiarissima. L'auletta era piccolissima, i banchi non c'erano, si scriveva su quella specie di seggiole con una tavoletta ribaltabile davanti, lei passava entrando fra gli attaccapanni con i cappotti e simili e il lato della sfilata di banchetti, sfiorando gli uni e gli altri. 
Finita la lezione il gesso aveva ben contrassegnato le sue adorabili linee, con LEI andò bene, uno dei pochissimi (due) 30/30 che il mio venerabile libretto poté conoscere in oltre 5 anni di combattimenti (33 esami).
 
La prossima volta parleremo di fisica, forse...
 

10 commenti:

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  2. Il bello è che i nostri figli sono convinti che non li si possa capire. Solo loro hanno i turbamenti adolescenziali, solo loro si sentono intimiditi dal sesso opposto ...Invece noi ricordiamo tutto benissimo e sappiamo ancora come ci si senta ad essere studenti timorosi e innamorati. Bei ricordi!

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    1. meno male, non sono stato l'unico. E' che quelli scafati sembrano avere il plauso unanime ... Grazie.

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  3. lezioni che si ricordano meglio di altre, lezioni per portati, lezioni per riportati, ribolliti o miracolati, disertori della vanga poi "redenti" (o solo apparentemente) .. coi precetti con più senso pratica di ora, almeno credo ... sarà che nel mio campo e nei miei studi la matematica applicata era quella da applicare prima e dopo il cantiere, senza la presunzione di indovinare il risultato assoluto, ma di andarci perlomeno abbastanza vicino. Anzi .. quasi in maniera sfacciata .. l'insuccesso titale non era previsto.
    Grazie Professore, sempre cordialmente :) raymond

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    1. Dimentica il professore, forse è più giusto quel PROF che nasce dal lavorare con gli studenti propri spalla a spalla. Dopo un po' se ti lasci andare diventi uno di loro, il più difficile è mantenere il luogo di lavoro (io a volte avevo 18 di laboratorio e 4 di teoria nella stessa classe) appunto TALE e non è sempre facile perché i tuoi studenti sono bravissimi nel trasformare il tutto in baldoria sol che molli un po' le briglie... GRAZIE a te.

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  4. Caspita, Ben, ho lasciato un commento che se lo è rubato qualcuno, se scopro chi è lo spenno, fosse pure Bill Gates[img]http://www.freesmileys.org/smileys/smiley-basic/mellow.gif[/img]
    Dicevo che sono stata pervasa dalla nostalgia a leggere di quegli anni, fatti di una purezza di pensiero che oggi è un miraggio: i ragazzini delle elementari sono più scafati di un Ben universitario [img]http://www.freesmileys.org/smileys/smiley-basic/tongue.gif[/img]
    Oggi un ragazzino delle medie saprebbe cogliere immediatamente il messaggio implicito contenuto nel messaggio esplicito di quel "Nitooooooo" ....
    Bella pagina Ben, davvero bella :)

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    1. l'essere INGENUO spesso è rischioso ma devo aver letto da qualche parte che è il terreno indispensabile per conoscere. C'era anche qualcosa di latino che lo confermava ma lo devo aver perso. GRAZIE e ... troppo buoni

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  5. Io non conosco il latino, se non qualche locuzione famosa, ahimé... ma a me l'ingenuità piace, per me è un valore aggiunto. Per me significa avere quella purezza di cuore che non concepisce il male intorno. Di contro detesto visceralmente i furbi. Purtroppo nella società in cui viviamo i furbi hanno preso il sopravvento (oppure fanno più rumore) e l'ingenuità si è colorata di un significato dispregiativo. Ma a noi che importa? :)

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  6. Mammamia quanti ricordi mi hai riportato alla mente, è che così mi sento vecchia 
    Mi è piaciuta questa pagina!
    P.s comunque io e la fisica non andiamo d’accordo nemmeno oggi… ma la chimica, quella si che è stato il mio primo grande amore…

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  7. GRAZIE, strano come cose di vita così lontane poi ritornino. La prossima capirai proprio come finì la FISICA, avevano ragione LORO e io l'ho capito quasi 10 anni, l'ho scoperto mentre la spiegavo a un corso serale per geometri a Bologna. In ogni caso la CHIMICA è meravigliosa, se non esagerano con la matematica. Ho un figlio di oltre 50 anni che gira il mondo per una multinazionale parente chimica. Con la SUA CHIMICA non ci riesco proprio. GRAZIE

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