Quand'ero piccolina
leggevo fiabe su fiabe. Non saprei dire quante fossero, ma
sicuramente erano tantissime. Mi piacevano perché, alla fine, i
buoni vincevano sempre. Ah! Era veramente una gran soddisfazione
vedere le sorelle cattive di Cenerentola morire di rabbia al trionfo
della maltrattata sorellastra, o la matrigna di Biancaneve livida
d'invidia perché non era riuscita a neutralizzare la bellezza della
figliastra! Poi fu la volta del Conte di Montecristo. Ad uno ad uno
si era vendicato di chi l'aveva così orribilmente tradito e
condannato ad una morte certa nel castello d'If!
Infine, però, fui
costretta a crescere e a prendere atto che, nella realtà, vincono
sempre i cattivi.
Quando ho saputo
della scomparsa del giovane Giulio Regeni e del fatto che scriveva
articoli riguardanti i sindacati egiziani, ho subito immaginato che
qualcuno avesse voluto metterlo a tacere, cosa che è regolarmente
avvenuta. Chi cerca di denunciare una situazione difficile, chi tocca
la politica di certi Paesi, prima o poi viene messo in condizione di
non poterlo più fare. La sua morte mi tocca come madre di un ragazzo
coetaneo e tutto l'orrore per le torture subite mi fa rabbrividire.
Lo stesso succede a
chi cerca di mettersi contro la mafia. Ricordiamo i casi di Falcone e
Borsellino, tanto per fare un esempio.
E i femminicidi?
Quanti sono stati i delitti annunciati? Quante volte le povere
vittime avevano chiesto aiuto ai carabinieri senza poi essere
protette? Quanti persecutori usciranno presto dal carcere mentre le
loro vittime resteranno sfigurate o come vegetali in un letto per
sempre?
Poi salta fuori un
povero professore di filosofia che, undici anni fa, visto che proprio
gli scappava e non c'erano servizi in giro, aveva fatto la pipì, di
notte, in un cespuglio. Per lui, appena immesso in ruolo,
licenziamento in tronco! Nel frattempo, per trentotto anni, una
maestra d'asilo ha picchiato, insultato, maltrattato,
terrorizzato, dei poveri bimbi sotto ai tre anni. Nessuna collega, né
direttrice, l'aveva mai denunciata e doveva proprio arrivare
l'inserviente della mensa per accorgersi che qualcosa non andava!
Veniamo alla scuola,
situazione vissuta in prima persona. Ogni anno abbiamo i nostri bei
bulli, ben difesi dai genitori, che non studiano e non seguono le
lezioni ma, in compenso, per non annoiarsi, impediscono a tutti gli
altri d'imparare qualcosa. Passeggiano per la classe, si rotolano per
terra, si nascondono negli armadi, rompono i pc buttandoli a terra, (
ovviamente non lo fanno mai apposta!), insultano compagni e
professori, minacciano “di aspettarli fuori”, si appropriano
degli oggetti dei compagni, dicono parolacce e anche qualche
bestemmia, lanciano per aria i telefoni della segreteria….Ah! La
lista è lunghissima! Magari avranno pure le loro buone ragioni:
famiglie disastrate, eventi familiari che hanno lasciato un segno,
problemi di schizofrenia, disturbi psichici e
dell'apprendimento...resta il fatto che, con la loro presenza,
riuscire a rendere le lezioni vivibili è un compito molto arduo. Si
tratta di minorenni però, e non c'è alcun modo di allontanarli se
non “promuovendoli”. Così, dopo la ripetenza di un anno o due,
dopo l'impiego di tutte le nostre “ore buche” per fare “i
badanti” e l'utilizzo, a pagamento, di personale esterno che venga
piacevolmente ad intrattenerli, ecco che, miracolosamente, riescono
a recuperare tutti gli anni persi in un sol colpo e ad ottenere la
licenza media in tempo utile, senza aver mai aperto un libro. Tutti
gli altri ragazzini, buoni e tranquilli, che potrebbero però avere
bisogno di qualche lezione supplementare per colmare le loro lacune,
dovranno farne a meno, perché tutte le risorse della scuola sono
concentrate a recuperare i “birichini” e a regalare loro la
licenza.
Fermate il mondo!
Voglio scendere e tornare al mondo delle fiabe...
Benvenuta :)
RispondiElimina(poi quando entro come perla commenterò questo interessante post :) )
effettivamente bisogna mettere forse ancora in conto che tutto questo non è uno scherzo, situazioni che si intrecciano in modo cruenta, sena pietà ne compassione. Senza eroi... naturalmente... quelli che c'erano nelle fiabe in molti se li sono scordati... o peggio ancora non li hanno mai conosciuti. Le favole per educazione... e per sognare... sempre.
RispondiEliminaRaymond
Meno male che esistono le fiabe! La realtà è così cruenta che ci sarebbe da piangere ogni giorno. A volte devo sforzarmi di non pensare e cercare di essere un po' egoista, perchè prendere atto di tutte le ingiustizie e di tutta la disperazione che vedo intorno a me è qualcosa che mi toglie la capacità di sorridere ancora.
EliminaIl mondo delle fiabe io me lo vivo come una sorta di mondo parallelo, ove rifugiarmi per sottrarmi, almeno per una pausa ristoratrice, alla società in cui vivo, fatto di ipocrisia, cattiveria spesso gratuita, disinteresse sostanziale, egocentrismo.
RispondiEliminaEd è proprio in queste ultime categorizzazioni che nasce il modello esecrabile del bullo: in una società che è profondamente cambiata, che ha distorto il ruolo delle sue agenzie fondamentali, come per esempio la scuola. Oramai viviamo in una realtà dove l'agenzia educativa per eccellenza, la famiglia, ha abdicato al suo ruolo lasciando i figli liberi di fare quel che meglio aggrada loro, in base a un distorto concetto di educazione, e dove l'agenzia formativa per eccellenza, la scuola, risulta fortemente screditata, in bilico tra un modello formativo aziendale e un'area di parcheggio. Gli ultimi trenta anni, in Italia, sono stati fortemente distruttivi, imponendo come modello sociale vincente il furbetto del quartierino, egoista, aggressivo e bugiardo, che la fa franca sempre.
credere nelle fiabe a volte serve a darci il coraggio per proseguire
EliminaA questo proposito John Lennon diceva "Credo in ogni cosa fino a quando non si dimostra il contrario. Quindi credo nelle fate, nei miti, nei draghi. Tutto esiste, anche se è nella nostra mente. Chi ci dice che i sogni e gli incubi non sono reali come il qui e ora?"
C'è un bellissimo film che parla di un protagonista che si sposta tra le varie epoche e, alla fine, non sa più in quale vive, quale sia quella reale poiché nella sua mente tutte sembrano reali :), questo per rispondere scherzosamente alla tua domanda (considerazione) ultima :D. Che credere nelle fiabe sia un metodo eccellente per proseguire in mezzo a tanti affanni, non lo diceva solo J. Lennon, ma anche C. G. Jung :) e... modestamente, anche io :D :D (grazie, Bard :) )
Eliminascusami , ho dimenticato di sloggarmi per commentare... mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa :D
EliminaIl problema è proprio questo: il bullo la fa franca sempre. Comincia con la promozione immeritata alla Scuola Media, dove riesce pure a saltare anni scolastici senza aprire un libro; prosegue sul lavoro, dove i colleghi dovranno sempre dargli ragione se non vorranno prendersi una botta in testa...Intanto le brave persone rimangono inascoltate e trattate ingiustamente.
RispondiEliminaQualcuno, in un passato recente, mi ha rimproverato di non leggere abbastanza le fiabe. Ho risposto, ovviamente sbagliando e più che altro per provocazione, che preferisco letture più serie. In realtà, le volte che l'ho fatto ( e penso alle fiabe di Calvino ), ho cercato di trarne una lettura " seria " ( il che equivale un po' a snaturarle, lo so... ). È stato perché credo che le fiabe, il concetto stesso di fiaba, non siano altro che il rovescio di una medaglia e, onestamente, l'altra faccia di questa medaglia non mi piace affatto. La vocazione di una fiaba, a mio avviso, dovrebbe essere quella di gettare un po' di luce sul suo rovescio e, se ho ragione, fino a ora hanno miseramente fallito.
RispondiEliminaLeggo qui sopra di cattiverie, di ipocrisia, di disinteresse. Può sembrare sgradevole, ma lo dico lo stesso: immaginiamo quanto sarebbero felici quei bambini bloccati alle frontiere, al freddo, alla fame, alla paura, quanto amerebbero qualcuno che gli raccontasse una fiaba e li scaldasse. Per non parlare delle centinaia morti in mare... per quelli è troppo tardi per tutto.
Roby :) io sono una che scrive fiabe (una attitudine che tengo gelosamente nascosta :D e quando l'ho detto a qualcuno, in alcuni casi me ne sono molto pentita) , dovrei fartene leggere un paio così potrai "illuminarmi su cosa intendi tu per l'altro rovescio.
EliminaCredo che ogni bambino, ad ogni latitudine e condizione si trovi, amerebbe che qualcuno gli leggesse una fiaba. Tu credi che nella opulenta italia (minuscolo voluto), quindi al riparo da drammatiche traversate, da gelo e da fame, siano molto i genitori che leggono le fiabe ai loro bimbi??
Sai, quando ho letto che dalla Siria stavano scappando dalla guerra migliaia di persone, per trovare poi la frontiera turca chiusa, ho provato a mettermi nei panni dei bambini. Fuggiti dall'orrore ne hanno trovato un altro in quella terra di nessuno, che è una terra di mezzo, atopica e spaesante, una tipico luogo fiabesco ( non nell'accezione comune del termine ovviamente... ). Spero con tutto il cuore possano trovare pace, ma, temo, noi orchi troveremo il modo di fargliela mancare. Mi viene in mente un libro che lessi tanti anni fa, Il Tramonto dell'Occidente si chiama, ed è di un filosofo tedesco che scriveva negli anni venti. Aveva ragione, perché nel frattempo si è fatta notte.
EliminaRoberto... ho appena sentito al tg che una bimba è morta di fame e di freddo proprio a ridosso della frontiera turca.Non era difficile, visto le condizione in cui si trovano, ma hai visto bene. L'immagine che tratteggiavi tu è estremamente toccante, e sognare che quei bambini possano avere le fiabe oltre che un tetto e di che sfamarsi,è una speranza estremamente condivisibile, ma io, con il mio inciso, estendevo l'augurio a tutti i bambini, tutti hanno diritto alle favole e una delle cose che si fa sempre meno, da parte dei genitori, è proprio leggere le fiabe, presi come sono da mille futili cose, trascurando questo contatto emotivo, empatico; una mancanza che lascia segni indelebili sugli uomini di domani.
Eliminail post ha una serie di spunti interessanti su come vorremmo fosse questo mondo. Prima di leggere i commenti pemnsavo alle "fiabe" di Calvino, poi ho letto che anche Roby Ago l'aveva citato. Il mondo delle fiabe può davvero essere un mondo parallelo, non dimentichiamoci però che in questo mondo parallelo il cattivo non la fa franca ed il bene prevale sul male (come vorremmo che fosse). Attualizzare questa idea nel concreto ci viene davvero in salita. Si sta sostituendo a quel brutto mondo che non vorremmo un mondo che a parole chiede a gran voce meritocrazia. poi, in concreto, chi ha posti apicali non merita di certo quegli scranni. in questo-mondo-di-ladri (parafrasando il noto cantautore) c'è chi, da generazioni, tira la carretta e chi, figlio o nipote del taldeitali, sta nei posti di comando e vuota la cassa elargendo prebende o ungendo i canali elettorali delle lobbies che lo rieleggeranno. Mala tempora currunt. Mi verrebbe da dire fermate il mondo voglio scendere, ridatemi le fiabe.
RispondiEliminaInserisco un altro elemento, se volete... e della crudeltà presente in molte fiabe? Pensate sia utile per preparare il bambino alla società, oppure una dannosa "proiezione? :)
EliminaBeh, quand'ero piccola, i loschi figuri delle fiabe mi facevano stare in apprensione , ma il lieto fine rendeva tutto più sopportabile, unitamente ad una certa soddisfazione nel vedere il trionfo del bene sul male. In fondo le fiabe ci abituavano, fin da bambini, a pensare che nel mondo esista anche il male e, a volte, travestito proprio dalle persone più vicine o insospettabili. Mai accettare caramelle dagli sconosciuti!Mai fidarsi troppo!
RispondiEliminaLa presa di coscienza di una realtà così dura, le ingiustizie, la cattiveria, la falsità, la crudeltà del mondo reale, ci farebbero vivere in perenne tristezza se non riuscissimo, almeno nella finzione, a rifugiarci nel mondo della fantasia e del lieto fine, non soltanto da bambini, ma anche adesso che siamo grandi.
Fermate il mondo! Voglio scendere e tornare al mondo delle fiabe...
RispondiEliminaParto dalla tua ultima frase Katherine (che faccio mia perché scendo con te ….) perché mi riporta alla mente a diversi anni fa, quando dopo aver letto “Cappuccetto rosso” a mia figlia, lei mi dice: “Cara mamma questa fabula non me’ pace!” (proprio così diceva, quanta tenerezza ^_*). Poi mi spiegava che la favola non gli piaceva perché alla fine era ucciso il lupo, ma che colpa ne aveva lui se cappuccetto rosso era una bambina cattiva e maleducata che non obbediva alla mamma?. Perché doveva morire il lupo se Cappuccetto rosso aveva infranto le raccomandazioni della mamma andando a passare proprio dove non doveva?...
Ancora oggi, che mia figlia ha quasi 18 anni, resta della stessa opinione e guai a chi gli parla di cappuccetto rosso.
Per il resto il mondo lo creiamo noi e partendo quasi dalla fine, parlando come mamma di tre figli, mi rendo conto di quanto non conosciamo per nulla i nostri figli, avrei mille aneddoti di genitori che negano l’evidenza sempre e comunque, che parlano degli insegnanti e della società “educativa” come modelli che non serve a nulla, ma che soprattutto non hanno nulla da insegnare a nessuno… senza rendersi conto che creano dei piccoli mostri che crescendo si trasformeranno in mostri da far raccapricciare la pelle.
Per quanto mi riguarda amo le fiabe, ne possiedo una casa piena e continuo a raccoglierne, questo è perché mia nonna non smetteva di inventarne e di coccolarmi con loro, ma la realtà, purtroppo, è ben lontana dalla principessa che vive per sempre felice e contenta nel suo regno incantato…
Cos'è un bullo ???
RispondiEliminaCome si affronta, come ci si deve parare davanti a lui ???
Come possono gli insegnanti arginare le cattiverie che spesso esplodono da un ragazzino di 10/12 anni che a casa, prima di tutto, ha i cattivi esempi che si sviluppano ancora di più una volta che esce da quella casa e con rabbia sfoga tutto il marcio che c'è in lui ???
Siamo sicuri che un domani non potrà cambiare, che crescendo non capirà dove è sbagliato tutto ciò che c'è in lui e come ricominciare da capo e riprendere in mano la sua vita alla veneranda età di 13 anni ???
Già spesso ci si dimentica che stiamo parlando in fondo ancora di bambini sbattuti per strada inermi, incapaci di difendersi, di mettere insieme il pranzo con la cena e tutti i pericoli a cui potrebbe andare incontro.
Credo di sapere chi è quel bimbo perché io da quella parte della barricata ci sono passato così come ho dovuto affrontare anche chi doveva aiutarmi a crescere e cercare di diventare migliore, chi mi vedeva come una piccola belva affamata in cerca di chissà quale preda giornaliera ...
Oggi chi mi conosce quasi non mi riconosce, lo ammetto, e quando mi chiedono com'è possibile che io sia lo stesso di allora rispondo semplicemente che anziché scendere, cadere sempre più in basso, ho preferito lottare contro tutto e tutti, primo fra tutti proprio me stesso.
Perdonami Kate ma mi piace ricordare una poesia scritta tanti anni fa a ricordo di quei tempi di buio che recitava così:
Titolo: Io esisto ...
... Fine del discorso.
Spero di non urtare la sensibilità di nessuno con quanto scritto ma qualcosa da dire ce l'aveva pure un ex bullo .. grazie.
un piccolo problema tecnico, forse colpa del mio PC, nella lettura dei commenti ogni tanto (mi sembra nelle risposte interne) ci sono delle parti troppo oscurate tanto da non riuscire a leggere...
RispondiEliminaQuanto alla sostanza del mio istintivo commento, le FIABE sono come la NARCOSI prima di entrare nella SALA OPERATORIA, poi c'è la REALTA' quella immediata del RISVEGLIO. Per fortuna spesso poi ci si riprende e i dolori provati nel risveglio servono da esempio (e MINACCIA) sul che fare per non cadere nel BARATRO purtroppo NORMALE NORMALE...